Era considerata la nave più bella del mondo, un gioiello tutto italiano, un vanto e un motivo di orgoglio per un Paese ancora ferito che stava cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Ma quella dell’Andrea Doria non fu una storia felice di un transatlantico considerato sicuro, prima che bello, ma una favola triste che si interrompe in una calda e nebbiosa sera d’estate.
Fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. Sull’ammiraglia italiana ci sono 1.134 passeggeri e 572 uomini d’equipaggio agli ordini del comandante Piero Calamai, un genovese taciturno, capitano di grande esperienza. Riuscirono a salvarsi quasi tutti. Morirno 46 ospiti, alloggiati in classe turistica nei ponti inferiori della nave, lì dove è avvenuto l’urto. 5 le vittime sull’altra imbarcazione.
L’Andrea Doria stava navigando a 23 nodi diretta al porto di New York. A bordo le feste non erano ancora finite, ma le valigie erano pronte allo sbarco in programma l’indomani mattina. Il mare è calmo, ma c’era nebbia. Un fatto consueto in quel tratto dell’Oceano. L’isola di Nantucket, in fondo, era ed è tuttora chiamata dai suoi residenti la ‘piccola signora in grigio del mare’. Nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto. Che sarebbe stato l’ultimo viaggio del gigante che aveva il compito di ricostruire l’orgoglio di un paese uscito in ginocchio dalla guerra. O forse se la notte fosse stata limpida, la collisione che non si sarebbe verificata.
La nave si inclina, imbarca acqua, ma le operazioni di soccorso riescono ad evitare il peggio grazie anche alla Île de France. Il comandante Raoul de Beaudéan accostò la nave a soli 370 metri dalla Doria, creando uno specchio d’acqua liscio e calmo, che rese più “semplice” il salvataggio. Tra i passeggeri accolti sulla nave francese c’era l’attrice statunitense Betsy Drake, moglie del celebre attore Cary Grant. Stava tornando negli Stati Uniti da una visita a Grant sul set spagnolo del film Orgoglio e passione.
Alle 5.00 del mattino a bordo dell’Andrea Doria non c’è più nessuno. Era rimasto solo il comandante Piero Calamai. Il vecchio lupo di mare che aveva diretto con grande precisione e fermezza le operazioni di salvataggio non aveva intenzione di abbandonare la nave che stava per inabissarsi per sempre con il suo arredamento di lusso e decine di opere d’arte. Come se fosse morto nel momento del’impatto con la Stockholm rispose: “Resto”. Fu portato in salvo dai suoi ufficiali, ma la sua carriera terminò quella notte.
Documentario – Il Naufragio dell’Andrea Doria – History Channel
come è affondata la nave andrea doria
Lincidente ricevette una grande copertura dai media. Il relitto dellAndrea Doria, mai recuperato, giace posato sul fianco di dritta a una profondità di 75 metri, le esplorazioni hanno constatato come nel corso degli anni il materiale di pregio sia stato razziato da sommozzatori non autorizzati, a bordo erano presenti numerose opere darte realizzate appositamente per la nave, La Leggenda DItalia di Salvatore Fiume per la sala di soggiorno di prima classe, Lallegoria dautunno di Felicita Frai per la sala delle feste di classe cabina, i mosaici di Lucio Fontana, le ceramiche di Fausto Melotti, gli specchi dipinti di Edina Altara, le decorazioni di Federico Morgante.
LAndrea Doria, degna erede dei transatlantici degli anni trenta quali il Rex, era considerata la più bella nave passeggeri della flotta italiana di linea ed era apprezzata ancora più per la sicurezza e la bellezza dei suoi interni di lusso, che la facevano preferire a molti transatlantici di altre compagnie Internazionali, Il 25 luglio del 1956, mentre era diretta a New York, lAndrea Doria fu speronata ed affondata dal mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line al largo della costa di Nantucket (USA), in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. Morirono 51 persone, 5 passeggeri della Stockholm e 46 dellAndrea Doria. Dopo 11 ore dalla collisione, la mattina di giovedì 26 luglio di 65 anni fa Il transatlantico, italiano con una murata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò, davanti alle coste statunitensi.
Sono passati 65 anni dal giorno in cui il transatlantico italiano Andrea Doria affondò al largo delle secche di Nantucket, undici ore dopo essere stato investito dalla motonave svedese Stockholm e Artemare Club lo ricorda con lesposizione nella proria sede di Porto Santo Stefano di libri, filmati e documenti storici per studiosi soci e simpatizzanti nellambito della mostra in corso dedicata alle navi da crociera.
LAndrea Doria è stato un transatlantico italiano della Italia – Società di Navigazione, gruppo IRI – Finmare, meglio conosciuta nel mondo della navigazione internazionale come “Italian Line”, costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, fu varato il 16 giugno 1951 ed iniziò con il Comandante Superiore Piero Calamai, il suo viaggio inaugurale, partendo da Genova il 14 gennaio 1953. La turbonave aveva il nome dallammiraglio ligure del XVI secolo, Andrea Doria. Strutturata su 11 ponti, poteva ospitare fino a 1241 passeggeri e, quando venne varata, rappresentava uno dei motivi dorgoglio dellItalia che stava allora cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. La nave divenne ben presto un mito, tanto che Elia Kazan, in Fronte del porto, fa incrociare lo sguardo di Marlon Brando con lAndrea Doria in approdo a una banchina di New York.
come è affondata la nave andrea doria
Era considerata la nave più bella del mondo, un gioiello tutto italiano, un vanto e un motivo di orgoglio per un Paese ancora ferito che stava cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Ma quella dell’Andrea Doria non fu una storia felice di un transatlantico considerato sicuro, prima che bello, ma una favola triste che si interrompe in una calda e nebbiosa sera d’estate.
L’Andrea Doria stava navigando a 23 nodi diretta al porto di New York. A bordo le feste non erano ancora finite, ma le valigie erano pronte allo sbarco in programma l’indomani mattina. Il mare è calmo, ma c’era nebbia. Un fatto consueto in quel tratto dell’Oceano. L’isola di Nantucket, in fondo, era ed è tuttora chiamata dai suoi residenti la ‘piccola signora in grigio del mare’. Nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto. Che sarebbe stato l’ultimo viaggio del gigante che aveva il compito di ricostruire l’orgoglio di un paese uscito in ginocchio dalla guerra. O forse se la notte fosse stata limpida, la collisione che non si sarebbe verificata.
Alle 5.00 del mattino a bordo dell’Andrea Doria non c’è più nessuno. Era rimasto solo il comandante Piero Calamai. Il vecchio lupo di mare che aveva diretto con grande precisione e fermezza le operazioni di salvataggio non aveva intenzione di abbandonare la nave che stava per inabissarsi per sempre con il suo arredamento di lusso e decine di opere d’arte. Come se fosse morto nel momento del’impatto con la Stockholm rispose: “Resto”. Fu portato in salvo dai suoi ufficiali, ma la sua carriera terminò quella notte.
La nave si inclina, imbarca acqua, ma le operazioni di soccorso riescono ad evitare il peggio grazie anche alla Île de France. Il comandante Raoul de Beaudéan accostò la nave a soli 370 metri dalla Doria, creando uno specchio d’acqua liscio e calmo, che rese più “semplice” il salvataggio. Tra i passeggeri accolti sulla nave francese c’era l’attrice statunitense Betsy Drake, moglie del celebre attore Cary Grant. Stava tornando negli Stati Uniti da una visita a Grant sul set spagnolo del film Orgoglio e passione.
Fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. Sull’ammiraglia italiana ci sono 1.134 passeggeri e 572 uomini d’equipaggio agli ordini del comandante Piero Calamai, un genovese taciturno, capitano di grande esperienza. Riuscirono a salvarsi quasi tutti. Morirno 46 ospiti, alloggiati in classe turistica nei ponti inferiori della nave, lì dove è avvenuto l’urto. 5 le vittime sull’altra imbarcazione.
come è affondata la nave andrea doria
Il giorno dopo laffondamento dellAndrea Doria, lâimprenditore e subacqueo Peter Gimbel e il sommozzatore Joseph Fox si erano immersi sul relitto dellâAndrea Doria per raccontare laffondamento per Life Magazine. Le fotografie di Gimbel e Fox apparvero nelle edizioni dell8 agosto e del 17 settembre 1956 di Life e fecero dellAndrea Doria uno dei relitti più famosi al mondo. Sebbene ogni anno vengano effettuate molte spedizioni subacquee al relitto, la profondità di 75 metri e le condizioni della nave, le correnti mutevoli e la scarsa visibilità nelle acque che circondano il relitto, la rendono unimmersione estremamente impegnativa.
Il team ha utilizzato il sonar a scansione laterale per acquisire sia immagini del relitto dellâAndrea Doria sia di quello che si ritiene essere il pezzo della prua della Stockholm l8 agosto scorso. Quindi, hanno fatto seguito le immersioni, per la conferma visiva. Che câè stata sulla base – spiega Gatto – della presenza e dello stile unico di entrambe le ancoree dellâaccartocciamento âa fisarmonicaâ di quella parte di prua che sembrerebbe coincidere con quanto mostrano le foto della nave subito dopo la collisione. âNessuna scoperta avviene isolatamente. Ci vuole un equipaggio subacqueo,ma anche un team di ricerca e lâassistenza dei membri della più ampia comunità marittima”, ha detto Packer. “La localizzazione della prua della Stockholm non sarebbe stata possibile senza la collaborazione dei pescatori di Montauk, di Paul Forsberg e di Ben Mahler, che ha lavorato con il team per determinare la posizione del relitto”.
Era stata ordinata dalla svedese Svenska American Linije nel 1944 ai cantieri Gotawerken di Gothenburg. Gli fu dato lo stesso nome di altri tre precedenti transatlantici, che ebbero però meno fortuna. Il viaggio inaugurale, nel febbraio 1948, fu pessimo: una tempesta mise severamente alla prova i passeggeri. Uno, addirittura, morì. Nel â56, la tragedia: la nave speronò e affondò la nostra «Andrea Doria» , nellâAtlantico. Si sfasciò la prua, fu riparata, continuò a navigare, poi fu dimenticata in Svezia sino al 1965, quando passò nelle mani dei sindacati metalmeccanici della Germania Est. Lâacquistarono ad un prezzo più che politico e la fecero navigare nel Mare del Nord col nuovo nome di «Volkerfreundshaft» (Amicizia del popolo) e con un programma di mini-crociere premio per gli operai più stakanovisti.
Il team della Tenacious ha visitato regolarmente lAndrea Doria dal 2010. Moyer, Gatto e Packer possiedono i diritti di recupero del relitto e le spedizioni fanno parte – si legge in una nota – âdei loro continui sforzi per recuperare e per preservare i manufatti di questo storico transatlantico di lusso e per educare il pubblico della sua importanza nella storia marittima. Le immagini del sonar a scansione laterale mostrano che il relitto si sta rapidamente deteriorando, il che rende le spedizioni di salvataggio più importanti che maiâ.
Ora, il dubbio di Ravasio e di altri sembra destinato a rientrare. Un team di subacquei dellAtlantic Wreck Salvage con sede nel New Jersey, proprietari e operatori di Dive Vessel Tenacious, ha annunciato infatti di aver scoperto quel pezzo della prua della Stockholm, sul fondale di Nantucket. Steve Gatto e Tom Packer, che si immergono nellAndrea Doria dagli anni 80 e condividono i diritti sul relitto con il subacqueo John Moyer, sono i primi ad averlo visto, a più di sessantâanni dallâaffondamento. “à stato incredibile! Ci sono voluti tre anni di pianificazione con Moyer, Packer e il comandante del Tenacious, Joe Mazraani, per realizzare questo obiettivo, e siamo stati davvero fortunati ad esserci riusciti. Trovare quel pezzo della prua della Stockhom e mettere insieme il puzzle con il Doria completa un altro capitolo della storia di questo iconico naufragio, dice Gatto, sul profilo Facebook del gruppo.